Palmer Champagne Grands Terroirs

Nuova referenza per la maison Palmer

La maison Palmer & Co, distribuita in Italia da Vino & Design, lancia sul mercato una nuova cuvée.

In realtà le cuvée sono due, ma appartengono alla stessa linea, del tutto nuova, chiamata Grands Terroirs. Queste due nuove etichette s'inseriscono alla perfezione nella voglia della maison di ricercare dai propri terroirs, e di conseguenza dai propri vini, solo e soltanto la qualità. Entrambi questi vini sono perciò espressione delle migliori uve provenienti dai vigneti classificati Premier Cru e Grand Cru di proprietà della maison.

Palmer Champagne Grands Terroirs 2015 e 2012

Due annate (2012 e 2015), tre vitigni, ma con prevalenza di Pinot Nero, provenienti come detto dai vigneti Premier Cru di Trépail, Villers Marmerà, Ludes, Chicgy-les-Roses e Rilly la Montagne. Le parcelle classificate Grand Cru invece arrivano da due dei migliori siti per il Pinot Nero come Verzenay, giacimento che assicura i Pinot Nero più complessi di tutta la regione, e Mailly. Per entrambi stesso dosaggio a 7 gr/litro.

Palmer Champagne Grands Terroirs 2012

Annata sfidante ma alla fine di qualità eccellente grazie al sole di agosto che ha portato i grappoli, specie quelli di Pinot Nero, a perfetta maturazione. Il lungo riposo sui lieviti, questo vino ha cominciato il processo di spumantizzazione nel maggio 2013, ha determinato un sorso in cui generosità fruttata e tensione salino-agrumata sono in perfetto equilibrio.

Palmer Champagne Grands Terroirs 2015

La metà del vino è composto da Pinot Noir. Un'annata eccezionale che tuttavia la maison ha deciso di rendere ancora più complessa grazie a un prolungato riposo sui lieviti del vino, messo in cantina nel giugno del 2016. L'assaggio rivela che la scelta è stata giusta, come dimostra un gusto fruttato, teso, ma al tempo stesso anche generoso, merito di evidenti sensazioni di frutta secca.

 


Nuova Etichetta Champagne Bruno Paillard

Questione di etichetta

Per una volta nessun vino nuovo, ma solo, si fa per dire, un cambio di immagine. Nuova Etichetta per gli champagne della maison Bruno Paillard, importata in Italia da Cuzziol GrandiVini; tra i fondatori di Società Excellence. Se dentro la bottiglia rimangono intatti i valori e il savoir faire della maison, fuori qualcosa cambia. Il mutamento principale risiede nella volontà di apportare migliore visibilità al marchio, incoraggiando la letture delle iniziali della maison B e P. I caratteri sono resi più attuali, rimanendo al tempo stesso piuttosto discreti. L’immagine risulta perciò più chiara ma al tempo stesso ugualmente, diciamo così, Bruno Paillard.

40 anni di Champagne Bruno Paillard

Il ‘cambio d’abito’ coincide con i 40 anni di quest’azienda indipendente e famigliare insieme. Detto della pulizia stilistica bisogna parlare anche della texture della carta, che in qualche modo richiama la terra da cui nascono i vini della maison. Sotto un profilo più squisitamente pratico bisogna dire che proprio la carta utilizzata ha una tenuta migliore all’interno della glacette. In chiusura i cambiamenti della parte alta. L’angelo viene sostituito dal monogramma, a sua volta cinto da una specie di corolla che richiama una sorta di moto perpetuo, come quello tra la Champagne e la famiglia Paillard. Gli champagne che, al momento, sono interessati da questo cambio di etichetta sono: il Dosage Zéro, il Blanc de Blancs Grand Cru, e la Première Cuvée, quest’ultima anche in versione rosé.

 

 

 


Tenute Grimaldi

Tenute Grimaldi solo Verdicchio di Matelica

Ghilardi Selezioni (membro di Società Excellence) allarga il proprio portfolio di aziende italiane, grazie alla cantina marchigiana Tenuta Grimaldi. Per la precisione siamo a Matelica, patria del cosiddetto Verdicchio di montagna. Tenuta Grimaldi si compone di circa 30 ettari. Non solo vigneto. Questo mette in chiaro, da subito, come la biodiversità, qui, sia da considerarsi una risorsa sin dalla nascita dell’azienda, datata 2015. L’attuale superfice vitata è composta da 8 ettari, sin dall’inizio coltivati in regime di agricoltura biologica.

Vigneto e cantina Tenute Grimaldi

Le piante dimorano su quattro macro parcelle, alcune delle quali si spingono sino a 550 metri slm. L’unica varietà ad oggi piantata da Tenuta Grimaldi è il Verdicchio. I terreni che ospitano le piante sono caratterizzati da rocce marnose e calcaree, suoli quindi in grado di determinare nei vini che da esse derivano ‘sorsi’ fini e agili. In cantina i vini sono realizzati mediante l’utilizzo di legno e acciaio. Ghilardi Selezioni inizia la distribuzione del Verdicchio di Matelica Doc di Tenute Grimaldi con l’annata 2020. Che millesimo è stato da queste parti? Particolare.

Come è stata l'annata 2020 Verdicchio di Matelica

Autunno e inverno non troppo freddi. Primavera e inizio estate qui hanno mostrato un meteo caratterizzato da freddo e pioggia. Infine l’estate non ha evidenziato troppo calore, ma il dato che lascia perplessi in questa stagione è stata la pressoché totale assenza di pioggia. Il mese di settembre è stato contraddistinto da quelle precipitazioni che hanno determinato una leggera attesa per la perfetta maturazione dei grappoli. Il vino, vinificato esclusivamente in acciaio, mostrando una silhouette gustativa slanciata e saporita.

 


Bollinger B 13

Novità Meregalli: Bollinger B 13

Il 13 in etichetta può essere letto anche come una lettera B: l’iniziale di Bollinger. Bollinger 13 è la nuova etichetta della maison di Ay. La scelta è quella di racchiudere in un’etichetta a sé stante un’annata unica, anche se ricca di contrasti.

Annata 2016 in Champagne

La 2013 ha avuto un inverno freddo e lungo, primavera piovosa, estate calda, anche se intervallata da temporali piuttosto violenti.  Per questo B 13 la vendemmia, solo Pinot Nero in gran parte proveniente dalla Montagne de Reims, è stata piuttosto tardiva, ma anche molto selettiva. La cura in vigna che la maison dedica ai propri grappoli in questo B 13 si manifesta anche grazie al fatto di avere ottenuto il certificato HVE. Ma non solo.

Come è il Bollinger B 13

Per questa etichetta Bollinger ha scelto di avere un packaging virtuoso, utilizzando solo materiali riciclati e riciclabili. Dentro la bottiglia invece riposa un vino che fa del frutto e della maturità i due elementi centrali del sorso. Questo non vuol dire mancanza di freschezza, anche se quello che convince in questo perlate è quel carattere contrastato dell’annata, che trova qui coesione sensoriale rispetto allo stile tipico della maison.

 


Iwa sake

Iwa va oltre il sake

Iwa è il sake che assomiglia a una cuvée de prestige di champagne. Il sake ha un processo di preparazione molto complicato non meno di quello che riporta al famoso vino francese. Il riso infatti non ha zucchero, quindi va preparato secondo una prassi molto laboriosa; per farlo tra i tanti passaggi si prepara un specie di fungo che sarà indispensabile per modificarne l’amido così da trasformarlo in zucchero. Tornando a Iwa, questo sake sarà distribuito in Italia da Meregalli, tra i fondatori di Società Excellence, può in qualche modo essere paragonato a una cuvée de prestige.

Perché Iwa sale è così unico

Motivo? In realtà più di uno. Il principale è che l’arte dell’assemblaggio di sake e champagne è molto simile. In entrambi i casi sono coinvolti 3 tipologie di una stessa specie, riso per l'uno e uva per l'altro. La somiglianza poi prosegue nella gestione produttiva in cui il rigore e il dettaglio fanno la differenza. Infine, chiamiamolo così l'assemblatole, e la sua sensibilità. Nel caso di Iwa la scelta è andata su Richard Geoffroy. Proprio lui ovvero il papà di alcuni, in verità parecchi, tra i migliori Dom Pérignon mai prodotti negli ultimi anni. Un uomo gentile, visionario, garbato quasi fuori dal tempo, ma da fuori di testa per quanto riguarda le capacità e il palato.

Iwa e il numero 5

Tornando al prodotto Iwa fa riferimento al luogo in cui viene prodotto, mentre il 5 che si trova sulla bottiglia ha a che vedere con l’armonia delle proporzioni, come quelle di una stella disegnata da un bambino o come l’uomo vitruviano disegnato da Leonardo. Da consumare freddo questo sake convince per quella delicatezza floreale e fruttata (tropicale) che non cede di un passo di fronte a qualsiasi abbinamento, carne compresa.

 


Anselmet entra nel catalogo Sagna

Sagna e Anselmet due realtà, una sola matrice

Sagna, storico importatore e distributore piemontese famoso per i vini esteri, da tempo ha ampliato il proprio catalogo, allargandosi anche ai vini di casa nostra. Una delle acquisizioni più a nord del catalogo di Sagna (membro di Società Excellence) è l’azienda Anselmet (Valle d’Aosta).

Anselmet, terroir unico, vini unici

Anselmet, come Sagna, ha una forte impronta familiare. I loro vigneti, davvero numerosi, hanno tuttavia come comune denominatore l’altitudine. In alcuni casi i vigneti di quest’azienda, in gran parte dedicati ai vitigni autoctoni della Vallé, arrivano fino a 900 metri sul livello del mare. Questo significa grandi escursioni termiche, utili per l’ampiezza dei profumi, ma anche per raggiungere valori di alcol sempre molto contenuti. Da qui si desume che l’eleganza sia un tratto distintivo dei vini di quest’azienda. Oltre a questo la gamma di etichette prodotte da Anselmet è davvero molto ampia.

Gamma vini Anselmet

Al catalogo di Sagna si aggiungono oggi ben 10 etichette in più prodotte da questa cantina. Questi vini oltre a rinsaldare il già sostanzioso catalogo del distributore piemontese, danno risalto a varietà autoctone, sia bianche sia rosse. Tra i nuovi bianchi di Anselmet spicca l’asciuttezza dell'etichetta chiamata Touche Blanc, mentre tra i vini a bacca rossa, oltre al carattere dei vini che si basano sull'autoctono Cornalin, va segnalata la delicata morbidezza, anche perché mai troppo zuccherosa, del Balos: un rosso ottenuto da uve appassite.

 


Graham's Blend n°5 White Port

Graham's un po' di storia per chi ha fatto la storia di un vino

La storia di Graham’s nel mondo del Porto è molto antica. Dura infatti da 3, sì avete letto bene, secoli. Come si fa a stare sulla breccia per così tanto tempo? Solo gli anticonformisti con una spruzzata di leadership e un pizzico di fiuto per gli affari sanno essere dei leader per così tanto tempo. A questo Graham’s ha aggiunto il fatto di dedicare tempo e risorse al miglioramento dei propri vigneti.

 

Uno dei segreti di Graham's

Una delle più evidenti dimostrazioni di questo attaccamento alla terra e alle sue eccellenze Graham’s l’aveva fornita già a partire dal 1890, data in cui acquisirono il vigneto, splendidamente esposto, di Quinta dos Malvedos. In epoca più recente, anni ’70, il marchio entra nell’orbita d’influenza della famiglia Symington. Dopo tanti Porto eccellenti specie nelle categorie vintage e single quinta, da quest’anno ecco un nuovo nato in casa Graham’s.

Graham's Blend n°5 White Port

Non pensate al solito vino da meditazione, perché si tratta di un vino molto trasversale, pensato anche per la miscelazione, visto che si tratta di un Porto Bianco. Il nuovo Blend n°5 White Port di Graham’s, costituito da Malvasia fina e Moscatel Galego, è un vino profumato ma non stucchevole, adatto persino ad essere semplicemente accompagnato ad una tonica. In Italia il Graham’s Blend n°5 White Port è distribuito, come tutte le altre referenze di Graham’s, da Sagna (membro Società Excellence).


Schlossgut DIEL

Schlossgut DIEL dove è

Con Schlossgut DIEL siamo in Nahe. Quest'importante regione vitivinicola tedesca si trova tra 3 grandi territori del vino tedesco: Mosella, Rheingau e Rheinessen. Il paesaggio vede, come spesso accade da queste parti, vigne arrampicate su pendii da vertigine, con esposizioni generalmente orientate a sud. I suoli sono davvero molto variegati, arrivando a contare oltre 100 conformazioni geologiche differenti. Le più diffuse tuttavia sono quelle che si possono ricondurre all’ardesia, al porfido, al quarzo e alla sabbia.

Schlossgut DIEL: caratteristiche

In questo contesto geologico e insieme paesaggistico Schlossgut DIEL si trova nella parte meridionale della Nahe. L’azienda coltiva 25 ettari di vigneti. Caroline Diel rappresenta la settima generazione di viticoltori - la prima donna - di quest’azienda ricca di storia. Enologa di professione e per passione, ha costruito la propria competenza anche con esperienze in aziende tedesche e francesi, in Champagne e addirittura presso il Domaine de la Romanée-Conti in Borgogna. Con il marito Sylvain Taurisson-Diel, che si occupa del lato commerciale, conduce questa azienda con passione, vivendo il lavoro come una sfida e una gioia che si rinnova ogni giorno.

I vini

L’unico vitigno in quest’area con cui si possono realizzare vini classificati come GG (Grosses Gewächs), ovvero il meglio dei vini secchi in Germania, è il Riesling. Quest'azienda produce in particolare due etichette ricavate da altrettanti cru: il Goldloch e il Burgberg. Il primo è un inno all’albicocca e alle spezie, mentre il secondo è elegante, un po’ austero, speziato e affumicato.

I vini di Schlossgut DIEL in Italia sono distribuiti da Pellegrini s.p.a, membro di Società Excellence

 

 


Elvio Cogno entra nel catalogo di Sarzi Amadé

Chi è Elvio Cogno

Elvio Cogno, storico produttore in quel di Novello (Cuneo), entra nel catalogo di Sarzi Amadé, membro di Società Excellence. Dopo 4 generazioni in azienda arriva Valter Fissore, a seguito del matrimonio con Nadia Cogno. Da qui in avanti la qualità, già alta dei vini, in prevalenza prodotti con le varietà tipiche della Langa, subisce addirittura un’impennata.

 

La gamma di referenze si arricchisce di recente anche grazie a un ritrovamento, cui ha fatto seguito un’intuizione, la cui paternità va ascritta proprio a Valter Fissore. Nel 1993 Nadia e Valter dopo la scoperta di alcune bottiglie di vino bianco, decidono di indagare circa il vitigno con cui erano state prodotte.

Ans-cëtta di Elvio Cogno

Quello che scoprono è che si tratta della Nascetta di Novello o, come si dice da queste parti Anas-cëtta. Questa varietà a bacca bianca risulta essere tipica proprio del comune di Novello. Dopo numerose prove di vinificazione oggi la Nascetta è stata recuperata anche altri produttori della zona sull’onda di quella prodotta da Cogno. Attualmente l’azienda Cogno può contare su di una superficie vitata a Nascetta di circa 2,5 ettari, di cui un ettaro non ancora in produzione. Alcuni dei vigneti che l'azienda ha dedicato a questa varietà si trovano nel rinomato cru Ravera.

Altri cru e altri vini di Elvio Cogno

I vigneti di Nascetta del cru Ravera sono adiacenti a quelli di Nebbiolo, sottovarietà Michet, Lampia, senza dimenticare il rarissimo Rosè. Da questi biotipi di Nebbiolo e dagli eccellenti terroirs in cui crescono, derivano vini di assoluto livello e tipicità, come il Barolo Ravera, salatissimo, il Barolo Cascina Nuova (immediato, armonico, ricco di frutto e velato da una delicata speziatura) il Barolo Ravera Bricco Pernice (elegante, floreale e terroso insieme)  e il Barolo Riserva Vigna Elena, intitolato a Elena Cogno, figlia di Valter e Nadia, ormai da diversi anni anche lei in azienda.


Bollinger PN VZ16 arriva in Italia

News da Meregalli

Novità in casa Bollinger e presto anche in Italia grazie a Meregalli, importatore di questa maison e socio di Società Excellence. Si tratta del Bollinger PN VZ16. Con questa sequenza di lettere e numeri viene individuata non solo una delle novità più interessanti della Champagne, ma anche un vino che esprime tutto il carattere del luogo, incrociato con quello dell’annata e del vitigno.

Cosa significa la sigla PN VZ16

Dietro o per meglio dire dentro la sigla che caratterizza questo Bollinger c’è non solo l’ingrediente principale di questa cuvée, ma anche la sua collocazione geografica e temporale. Partiamo dall’inizio. PN sta per Pinot Nero, la vera passione della maison, visto che degli oltre 170 ettari di vigneto di Bollinger, oltre 100 sono appunto occupati da questa varietà. Il PN VZ16 è perciò un Blanc de Noirs, ma targato VZ. La sigla in questo caso sta per Verzenay, uno dei comuni del Pinot Neroclassificati come Grand Cru. Da qui provengono gran parte delle uve che definiscono, aromaticamente e gustativamente, questo vino. Infine il numero, 16, in questo caso va riferito all’annata base utilizzata per questa cuvée.

La 'ricetta' per il PN VZ16

Questo Bollinger PN VZ16 in realtà è una seconda edizione, visto che nel 2020 era stato lanciato il Bollinger PN VZ15. L’annata 2016 è stata particolarmente favorevole, specie per il Pinot Nero della Montagne di Reims. Questo ha permesso al cru, pardon Grand Cru, di Verzenay di mettere in evidenza il suo Dna gustativo: l’eleganza. La Bollinger PN VZ16, come detto più volte, è una cuvée e non un millesimato. Le uve che lo compongono, provengono in gran parte dalla vendemmia 2016, ma non solo. Per la definizione gustativa del vino sono infatti utilizzati, per altro in quantità elevata, vini di riserva. Generalmente questa tipologia di vini è utilizzata per dare costanza al gusto maison. Nel caso del Bollinger PN VZ16 i vini di riserva servono invece per enfatizzare il carattere del cru di Verzenay, combinato con quello dell’annata.

Come è il Bollinger PN VZ16?

L’impatto di questo champagne ha un timbro vinoso, ricco, ma sempre giocato sulla sapidità che si alterna a sensazioni di frutta gialla, spezie e agrumi. Il PN VZ16 è capace di tener testa anche a quegli abbinamenti non così usuali per la tipologia. Alcuni esempi? carni bianche ma anche rosse, specie con alcuni di bottiglia sulle spalle.

 


Château Anthonic

Château Anthonic importato in esclusiva

Novità in casa Ghilardi Selezioni (membro Società Excellence) che, da tempo, ha ampliato la propria gamma vini con numerose etichette di Bordeaux. Tra le tante una che Ghilardi distribuisce in esclusiva per l’Italia è quella che fa riferimento a Château Anthonic.

Dove è Château Anthonic

Quest’azienda si trova a Moulis nel Médoc. Siamo quindi sulla riva sinistra, tra Saint-Julien e Margaux, ma in posizione più interna. Si tratta di una zona meno vocata? Non scherziamo, visto che sui 700 ha di denominazione si producono grandi vini, in moltissimi casi capaci di invecchiare molto a lungo, avendo l'ulteriore merito di essere proposti a prezzi molto contenuti. Nonostante la riva sinistra sia solitamente la patria del Cabernet Sauvignon, qui a Moulis è il Merlot a farla –percentualmente- da padrone.

Identikit di Château Anthonic

Anche Château Athonic non sfugge a questa ripartizione varietale, cui si aggiungono una viticoltura certificata organica dal 2019 e terreni in gran parte composti da calcare e argilla, con piccole porzioni in cui è presente anche sabbia e di ghiaia. In cantina si utilizzano legno e anfore. Il taglio viene effettuato prima dell’affinamento che prevede soltanto l'utilizzo di un 3'% di legno nuovo per un periodo non troppo lungo.

Annata 2016

L’annata 2016 rivela intensi profumi di bacche, sensazioni che ritroviamo anche al palato, completate da toni morbidi di spezie e note balsamiche di erbe aromatiche: su tutte menta. Tannino molto armonico.

 


Grassl Glass

 

Grassl Glass entra nel catalogo di Vino & Design

Per una volta non parliamo di vino, ma di bicchieri. I bicchieri Grassl Glass entrano nel catalogo di Vino & Design. L’importatore di Reggio nell’Emilia si assicura la distribuzione, in esclusiva nazionale, di una delle marche più importanti nella produzione di bicchieri di qualità, pardon di eccellenza, per la degustazione di vini. Il design di Grassl Glass viene realizzato in Svizzera, mentre la produzione, altamente artigianale, viene effettuata in Slovacchia. Quando si parla di bicchieri da degustazione il nodo dell’savoir-faire umano viene sempre tirato in ballo.

Ingredienti principali per questi calici? l'uomo

Tuttavia nel caso dei calici Grassl la parola artigianato sfocia quasi in qualcosa che ha a che fare con l'arte vera e propria. Per ogni bicchiere si utilizzano materie prime come soda, vetro riciclato, dolomite e potassio, cui si aggiunge una ‘cottura’ che si spinge sino a 1700°. L’assenza di piombo garantisce invece leggerezza e purezza del cristallo che, per diventare calice, ha bisogno, nella sola prima fase di formatura, di ben 5 artigiani specializzati.

Due linee un solo livello di qualità: il meglio

Ogni artigiano che lavora a questi bicchieri deve essere sottoposto a un apprendistato così lungo che in alcuni casi si protrae per circa 20 anni. Le linee dei calici Grassl Glass sono due: la serie chiamata Vigneron e quella Elemental composte rispettivamente da 4 e 2 bicchieri più vari accessori

 


Raumland entra nel catalogo di Pellegrini S.p.A.

Dalla Germania al catalogo di Pellegrini S.p.A.

Raumland azienda tedesca specializzata nei sekt, così si chiama il metodo classico che si produce in Germania, entra nel catalogo di Pellegrini S.p.a. L'importatore bergamasco, socio di Società Excellence amplia il proprio catalogo, inserendo quest'azienda, nata a metà degli anni '80 in un'area compresa tra il Rheinhessen (zona che confina a nord con la Rheingau e a sud con la Pfalz) e l'area di Pfalz.


FOTO: FRANK BAUER
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Le condizioni ideali per il sekt

I vigneti dell'azienda, in totale circa 10 ettari, sono protetti e al tempo stesso rinfrescati dalle alture del Donnersberg. Questo fattore, in realtà insieme a molti altri, favorisce il mantenimento di elevati livelli di acidità  all'interno delle uve. Proprio questo è uno dei fattori che rendono quelli grappoli ideali per la spumantizzazione. Quali uve sono coltivate dall'azienda? In prevalenza Chardonnay e Pinot Nero, qui si chiama Spätburgunder, e un restante 20% suddiviso tra Riesling, Pinot Bianco (Weißburgunder) e Meunier.


FOTO: FRANK BAUER

Come si produce il sekt di Raumland

La volontà per Raumland non è quella di copiare i grandi spumanti europei, ad esempio lo champagne, ma piuttosto quella di fare vini molto tipici. Per questo utilizza solo la prima spremitura. Il resto della 'ricetta' dei sekt di Raumland è composta da riposo sui lieviti lungo, più di 3 anni, che in alcuni casi si spinge addirittura fino a 15 anni. Il dosaggio dei sekt dell'azienda è sempre molto basso, assestandosi sui 6 grammi/litro.

Le bollicine di Raumland

La gamma di sekt prodotti dalla cantina tedesca, importata da Pellegrini S.p.a. è piuttosto ampia. Si possono addirittura contare ben 8 referenze. Parlando di Germania e di Rheinhessen nello specifico non si può non parlare del Riesling, anche perché questo vitigno è una delle varietà più piantate su questo territorio. Il Riesling Grande Reserve Brut di Raumland viene prodotto solo in grande annate e, una volta in bottiglia riposa sui lieviti per ben 10 anni. Come è? Complesso, minerale, lunghissimo.


Tiefenbrunner: una novità in Cuzziol Grandivini

Tiefenbrunner: una novità in Cuzziol Grandivini

Tiefenbrunner è una novità del catalogo Cuzziol Grandivini. L’azienda atesina produce vini in gran parte determinati dalla bravura del produttore, certo, ma anche da una caratteristica dei propri vigneti: l’altitudine.

Cosa vuol dire altitudine per la vigna e per Tiefenbrunner

Alcuni di essi sono collocati ad oltre 1000 metri sul livello del mare. Questo comporta maturazione più lente e gradi alcolici solitamente più contenuti. Esempio di questa ‘altezza mezza bellezza’ è sicuramente il Feldmarschall, un’etichetta da uve Müller Thurgau ricavate dalle piante di questa varietà più alte d’Europa.

La selezione Vigna di Teifenbrunner

Anche da questa eccellenza nasce, era il 2013, l’idea di vinificare i singoli vigneti storici della cantina Tiefenbrunner. Da qui nasce la selezione Vigna composta da 3 vini bianchi e un vino rosso; tutti quanti presenti nel catalogo di Cuzziol Grandivini. Eccellente il Cabernet Sauvignon Vigna Toren in grado di mostrare grande tipicità senza eccessi di sensazioni verdi. Il Sauvignon Rachtl, l’annata sul mercato è la 2017, rappresenta una delle vette qualitative e in qualche modo geografiche di questo vitigno, visto che le piante da cui viene ricavato sono a 600 metri slm.

La 'ricetta' del Sauvignon Rachtl

Un vino di grande impatto, merito come detto della vigna, ma anche di un’attenzione in cantina che si manifesta grazie a una leggera macerazione, seguita da una vinificazione in parte realizzata in legno grande e in parte in contenitori da 500 litri. La realizzazione di questa etichetta si completa grazie a un assemblaggio in acciaio e a un successivo riposo in bottiglia per un anno. Il risultato è un’etichetta tanto difficile da pronunciare, per chi non conosca il tedesco, quanto facile da bere. Il Rachtl di Tiefenbrunner è uno dei migliori esempi di Sauvignon Blanc che abbiamo in Italia.

 


Silveri entra in Première Italia

Silveri entra in Première Italia

Arriva dall’estero la nuova bollicina che entra nella vasta gamma di perlage di Première. L’importatore modenese, nonché membro di Società Excellence, da tempo è specializzato nelle bollicine di qualità. Alessandro Federzoni, alla guida di Première, è andato sino in Slovenia per questa effervescente novità, composta da ben 4 referenze.

Chi è Silveri....

Silveri entra in Première Italia, ma nasce nel Collio Sloveno. Il merito va alla famiglia Gašparin, già impegnata nel vino addirittura dall’inizio del 1700. Vista la collocazione territoriale, la base per le bollicine di Silveri è la Ribolla Gialla. Questo vitigno trova impiego per il 100% nel Blanc de Blancs Brut e per un 60% nella Cuvée Brut e in quella Nature Zero. Il rosé invece è realizzato utilizzando Chardonnay e Pinot Nero.

Blanc de Blancs Silveri

Il Blanc de Blancs, in particolare, mostra carattere territoriale, definizione stilistica e anche gustativa. Le uve di Ribolla Gialla arrivano da tre parcelle differenti, da piante che hanno in media oltre 45 anni di età. In cantina il riposo sui lieviti del Blanc de Blancs brut metodo classico è di 3 anni. Il dosaggio è davvero basso, visto che si attesta sui 4 grammi/litro. Questo permette al vitigno e al savoir fare spumantistico di Silveri di fare il resto, regalando al vino una doppia natura. Una intensamente fruttata con ricordi di polpa gialla e succosità di agrumi. L’altra, utile a bilanciare il sorso, ricorda quel sapore asciutto, lievemente dolce, che potrebbe far pensare alla frutta secca.


Massimo Lentsch e i suoi vini dell'Etna

Chi è Massimo Lentsch

Massimo Lentsch dopo una parentesi, sempre a base di vino, a Lipari con la sua azienda Tenuta di Castellaro, approda tre anni fa sull’Etna. La sua scelta non è stata soltanto vitivinicola, ma anche, e forse soprattutto, personale. Un cambiamento importante che, probabilmente, si lega con le forze primigenie e potenti che regolano la vita attorno al vulcano. I terreni di Massimo si trovano in prevalenza nel comune di Randazzo e in quello di Castiglione di Sicilia.

Suoli vulcanici ovviamente, anche se ogni colata lavica non è mai uguale alla precedente, finendo per determinare terreni tra loro differenti, anche se caratterizzati da una matrice comune. Sulle sue parcelle Massimo Lentsch pratica il sistema di allevamento dell’alberello, una forma di gestione della pianta tipica di queste parti e più in generale del Mediterraneo, che permette, tra i tanti vantaggi, ai grappoli di godere di un irraggiamento solare ottimale.

I vini

Avendo così tanto dal territorio la scelta di Massimo in cantina, per altro totalmente rinfrescata naturalmente, è semplice, con una vinificazione che ‘parte’ con lunghe macerazione per il Nerello Mascalese seguite da un affinamento in legno. I vini di Massimo Lentsch, due rossi, un bianco e un rosato, sono da oggi nel catalogo di Ghilardi Selezioni, giovane distributore di Bergamo e membro di Società Excellence. Il San Teodoro 2017 è un Etna Rosso ottenuto da uve 100% Nerello Mascalese raccolte manualmente fermentate con lieviti indigeni e 'allevate' in legno per un anno. Il risultato è un vino diretto, elegante e con dentro tutto il carattere del vulcano e dell'uomo.

 


Cremant de Bourgogne Louis Bouillot

Cremant de Bourgogne Louis Bouillot

Il Cremant de Bourgogne di Louis Bouillot entra nel catalogo di Premium Wine Selection. Attenzione però non confondiamo la tipologia con la geologia. Quando si parla di Cramant si fa riferimento al villaggio della Côte de Blancs in cui crescono Chardonnay puri, cristallini, che fanno del varietale e del gesso dei terreni il proprio passepartout per entrare nelle preferenze degli appassionati.

Cremant non Cramant

Se scritta con la lettera E invece la parola (Cremant) fa riferimento non a un territorio ma ad una tipologia di vino, sempre metodo classico o se preferite metodo champenois, a cui si lega una localizzazione geografica che può essere Alsazia, Loira o, come in questo caso, Borgogna. Il lato effervescente della Borgogna per chiamarsi tale deve sostare sui lieviti per almeno 9 mesi e utilizzare generalmente i vitigni impiegati nei vini fermi di questa stessa regione.

Cremant de Bourgogne Perle de Nuit

Il Cremant de Bourgogne di Louis Bouillot  nello specifico quello chiamato 'Perle de Nuit' è prodotto utilizzando solo Pinot Nero. La sua particolarità, oltre a una beva esagerata che andrebbe cronometrata per quanto rapida, è caratterizzata da un dosaggio extra brut e dall’assenza di solfiti aggiunti. Il Perle de Nuit lo trovate sul catalogo di Premium Wine Selection, importatore membro di Società Excellence.


Gin Agricolo entra nel catalogo di Spirits & Colori

Gin Agricolo

Agricolo nel senso qui di artigianale, oltre che legato profondamente al territorio da cui proviene. Questo è l’identikit del gin nato in Piemonte dalla mente, e dal gusto, di Franco Cavallero. Chi è? Uno che ha deciso di dedicare ben 4 ettari, come detto in Piemonte, alla coltivazione di ben 35 piante, nel gergo della produzione del gin si parla di ‘botaniche’, utilizzate per realizzare le sue 4 etichette di gin.

Uno di questi 4 è il Blagheur. Nello specifico si tratta di un gin che perlustra maggiormente il lato balsamico di questo distillato, grazie a botaniche come maggiorana, assenzio, menta, cumino e coriandolo e pensate che queste sono soltanto alcune delle botaniche utilizzate, la ricetta è infatti molto più lunga. Il gin agricolo Blagheur è distribuito da Spirits & Colori. Spirits & Colori è uno dei soci di Società Excellence.


Cantina del Barone entra in Les Caves de Pyrene

Cantina del Barone

Cantina del Barone entra nel catalogo di Les Caves de Pyrene. La società guidata da Christian Bucci oltre ad essere asse portante di Società Excellence, è una grande sostenitrice dei vini di territorio. Quello a cui fanno riferimento i Fiano di Cantina del Barone è quello di Cesinali, piccolo centro vicino ad Avellino. Gli ingredienti della ricetta per queste due etichette di Cantina del Barone sono composti da: terreni di origine vulcanica e tutt’intorno una grande biodiversità, espressa da noccioleti, orti e tanto altro. Colui che insieme al terroir traduce queste caratteristiche all’interno dei suoi due Fiano è Luigi Sarno.

 

Enologo giovane e  appassionato, Luigi sa davvero dare del ‘tu ‘ a questo vitigno tipico dell'avellinese. Questa familiarità non solo gli ha fatto guadagnare il premio Giulio Gambelli dedicato ai giovani enologi, ma gli ha permesso di guadagnarsi anche l’appellativo di ‘fianologo’. Il risultato del lavoro di ensemble di Luigi e di queste uva a bacca bianca sono, come detto, due etichette: il Particella 928 e il Paóne.

Vini Cantina del Barone

Il Paóne non si pavoneggia certo, pur mettendo in luce un corollario di sensazioni molto tipico e ampio, nonostante una vinificazione lineare, che prevede l’utilizzo dell’acciaio.

Il Fiano Particella 928 invece viene macerato senza essere diraspato e poi fatto fermentare con lieviti autoctoni. La maturazione si svolge in acciaio fino a un anno, con solforosa aggiunta solo prima dell’imbottigliamento.

 

 


Castello di Meleto entra in Bolis Distribuzione

Castello di Meleto

Castello di Meleto entra in Bolis, membro di Società Excellence e storico distributore nazionale con sede a Pavia.  Castello di Meleto è una delle realtà più antiche del Chianti Classico, visto che la sua storia comincia nel 1256 a Gaiole in Chianti. Qui l’azienda dedica alla coltivazione della vite poco più di 150 ettari, a loro volta suddivisi in 5 realtà diverse, ognuna delle quali dotate di caratteristiche, terroir docet, tra loro differenti.

 

Il vertice della produzione di quest'azienda è il Chianti Classico Gran Selezione, il top della denominazione, declinati attraverso ben due cru: Poggiarso e Casi. Proprio la nuova annata -2017- inaugura la distribuzione dei vini di Castello di Meleto da parte di Bolis Distribuzione.

Gran Selezione Casi e Poggiarso

Il Gran Selezione Casi, ad esempio, è un assolo di Sangiovese che proviene da un vigneto che potremmo definire ‘plastico’, per la sua capacità di adattarsi alle stagioni. In annate calde, ad esempio, le uve qui non soffrono mai le alte temperature per merito del suolo, magro perché composto da sabbia e galestro, ma anche in virtù della prossimità di porzioni di bosco. In cantina il vino fermenta e affina in legni di diversa grandezza (dai 500 litri ai 50 hl), per circa 30 mesi. Il risultato è un vino floreale, con stratificazioni fruttate e speziate, queste ultime delicate ma nitide. Il tannino è presente ma molto equilibrato. La persistenza è lunga, come la lista dei possibili abbinamenti a questa etichetta.

Il Gran Selezione Poggiarso è una vigna con condizioni piuttosto estreme rispetto a meteo e geologia. questo non impedisce alle piante che qui insistono, anche rispetto alla propria attitudine, di diventare un vino cangiante e al tempo stesso molto personale, come dimostra questa 2017.


Le Ragnaie entrano nel catalogo Visconti 43

Le Ragnaie Brunello di Montalcino e Visconti 43

All'inizio di marzo viene presentata la nuova annata del Brunello di Montalcino. Si tratta della 2016, annata che secondo molti ha superato la già molto buona 2015. Sempre nello stesso periodo una delle aziende più brillanti della denominazione, le Ragnaie, entra a far parte del catalogo di Visconti 43, membro di Società Excellence. L'azienda di proprietà di Giacomo Campinoti conta su 28 ettari di ulivi e vigneti, tutti allevati in biologico.

Molti dei vigneti de le Ragnaie (vigna dei Cappuccini, Vigna Vecchia, Vigna Fonte e Vigna del lago) sono tra i più alti (fino a 600 metri slm) di tutto il comprensorio di Montalcino. Anche questo caratterizza i vini dell’azienda di Giacomo Campinoti, oltre a una linearità e una pulizia stilistica estrema in fase di vinificazione. Le Ragnaie in cantina utilizzano serbatoi cemento in vinificazione e legno grande in affinamento. Nel catalogo di Visconti 43 arrivano perciò 9 referenze. Cinque Brunello di Montalcino, 1 Rosso di Montalcino e un altro vino composto esclusivamente da uve Sangiovese. Completano la gamma il Bianco, da uve Trebbiano e Malvasia e un Rosato sempre da uve Sangiovese.

 


Cerbaiona Brunello di Montalcino e Pellegrini spa

Cebaiona Brunello di Montalcino 2016

Cerbaiona storica cantina di Montalcino distribuita da Pellegrini spa, nel 2015 aveva deciso di declassare tutto il Brunello a Rosso di Montalcino. Una scelta coraggiosa, intrapresa per altro a pochi anni dal passaggio di consegne delle proprietà, che da Diego Molinari, il pilota produttore di grandi Brunello di Montalcino, è passata a Gary Rieschel, grande appassionato americano di Brunello di Montalcino, insieme a mister Fioretti e altri soci.

Anche per questo motivo la nuova annata di Brunello di Montalcino, la favolosa 2016, è stata un elemento di grande interesse visto che la nuova proprietà non si è tirata indietro rispetto a nuove sfide come: il passaggio al biologico, la ristrutturazione di cantina e vigneti e il rinnovo delle attrezzature e, in parte, dell’approccio produttivo. Da quest’ultimo punto di vista nessuno stravolgimento, ma una fuga in avanti verso il voler ancora più dettagli per il proprio Brunello di Montalcino. Fioretti, uno dei soci, ammette come il nuovo approccio è stato persino meno interventista del solito. Questo si è tradotto nell'utilizzo di bassi livelli di solfiti, lieviti autoctoni e zero controlli di temperatura.  Prima dell’imbottigliamento legno grande per due anni, solo travaso e un breve periodo in acciaio per raggiungere una migliore amalgama. Cerbaiona ha prodotto il suo Brunello di Montalcino annata 2016 in 6500 bottiglie e 600 magnum.


Cuzziol Grandivini e Cantina Toblino

 

Il 2021 porta ben 5 nuove aziende nel Catalogo di Cuzziol Grandivini. Una di queste è Cantina Toblino. Un’azienda che ha un qualcosa di differente; più di una cosa in realtà. Non si tratta solo di essere una cantina cooperativa in Trentino, area in cui questa modalità associativa e produttiva non è così comune rispetto alla qualità, come invece accade in Alto Adige. Oltre a questo Cantina Toblino nasce in una zona che non è la bassa atesina, ma l’area della Valle dei Laghi.

Cantina Toblino (nasce nel 1960) conta su 40 ha coltivati, in biologico, nella mensa vescovile, cui vanno aggiunte le uve che arrivano da circa 600 soci. Le uve coltivate sono costituite da un mix di vitigni tipici della zona, completati da varietà internazionali. A settembre nella gamma di etichette distribuite da Cuzziol Grandivini arriveranno un Pinot Nero e un Lagrein. Tra le varietà a bacca bianca prodotte da Cantina Toblino, già in distribuzione, incontriamo il Foll. Si tratta di un’etichetta che prende vita da uve Chardonnay, allevate su terreni  fluvioglaciali, composti anche da sabbia e ghiaia, successivamente vinificato in parte in acciaio, in parte in anfora con macerazione sulle bucce per un periodo di 7 mesi e in legno, dove svolge la malolattica.

 

 

 

Il Foll di Cantina Toblino è delicatamente profumato. Ricorda i fiori bianchi, la frutta a pasta bianca con qualche tocco di nocciola a completare il profilo olfattivo. In bocca è scorrevole e piacevole sempre su toni di agrumi, frutta a pasta bianca, erbe aromatiche e sale.


Bordeaux e Ghilardi Selezioni

Ghilardi Selezioni va a Bordeaux

Ghilardi Selezioni allarga la propria gamma di prodotti, mettendo a catalogo una serie di aziende, là si chiamano Châteaux, della zona di Bordeaux. Questa prestigiosissima area basa i propri vini rossi sul blend di: Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc e altri vitigni. La selezione di Pietro Ghilardi è stata molto meticolosa, quanto personale.

 

 

Oltre a toccare entrambe le rive, destra e sinistra, comprendendo i grandi nomi come, ad esempio, Château Troplong-Mondot e Château Angelus, entrambi sulla riva destra, Pietro Ghilardi ha scelto di mettere a catalogo anche aziende, pardon châteaux, più piccoli e meno conosciuti come: Château Anthonic e Château Gazin Rocquencourt. In particola modo questi due châteaux, in esclusiva per Ghilardi Selezioni, possono vantare un forte carattere territoriale. Château Gazin Rocquencourt, ad esempio, si trova a Pessac-Leognan. Qui l'appellazione, la nostra denominazione, riguarda non solo i vini rossi, ma anche quelli bianchi. Château Gazin Rocquencourt ne produce uno particolarmente buono, oltre che tipico, utilizzando solamente Sauvignon Blanc. Non perdete il catalogo bordolese di Ghilardi Selezioni in quanto ricco, come detto, di personalità e persino di vecchie annate.

 


Château Changyu Moser XV entra in Meregalli

Château Changyu Moser XV entra in Meregalli

La Cina è sempre più vicina. Non parliamo del mercato del vino, quanto della viticoltura cinese. Un settore sta facendo passi da gigante, tanto da non poter essere ignorato. Anche per questo Gruppo Meregalli, membro della Società Excellence, sta allargando i propri orizzonti. Dalla fine del 2020 sono disponibili all’interno del catalogo Meregalli i vini di Château Changyu Moser XV.

 

 

L’azienda si trova nella regione di Ningxia (parte centro settentrionale della Cina), una delle aree in cui i vini, in particolar modo quelli da uve Cabernet e Merlot producono i risultati qualitativamente migliori. Questa regione è comunque un luogo di contrasti, essendo dominata da un clima continentale, ma con escursioni termiche elevate, cui si aggiungono vigneti arrampicati addirittura a 1200 metri slm. I vini importati in Italia dal Gruppo Meregalli sono tutti 100% Cabernet Sauvignon, compreso un insolito Cabernet vinificato in bianco. Vertice della produzione di Château Changyu Moser XV, guidata da Lenz Moser (XV generazioni di vignaioli austriaci), è il Purple Air Comes From The East. Il nome fa riferimento a un modo di pensare cinese, secondo cui il meglio viene proprio dall’oriente. La punta di diamante dei vini dello château cinese è ricavato da piante esclusivamente di Cabernet Sauvignon che hanno in media 15 anni, messe a dimora su terreni sabbiosi. Vista l'altitudine la parte bassa della pianta viene ricoperta dal terreno, nei mesi freddi, per evitare l'effetto delle gelate, potenzialmente letali per la pianta. Il Purple Air Comes From The East non è tuttavia solo cura in vigna, ma anche in fase di vinificazione, con un affinamento di 2 anni in barrique (100% nuove), a loro volta prodotte da 5 differenti produttori francesi di botti.