Un’azienda non è mai fatta da una persona sola. C’è il fondatore e a lui si deve la scoperta dell’affascinante mondo della vigna e del vino. Ma, assieme a lui nel mio caso “loro”: mio padre e mia madre ci sono gli operai che lavorano in vigna e in cantina e senza i quali Casalte non sarebbe quello che è: un piccolo mondo nel quale tutto è basato sul rispetto della natura e delle nostre scelte, ad essa legate. Poi c’è l’enologo, figura amica prima di essere un professionista di riguardo: Paolo Salvi. Ho avuto la fortuna di conoscerlo ormai tanti anni fa, me lo presentò Giulio Gambelli, altro grande del vino.Con Giulio e Paolo ho avuto e ho l’onore di lavorare e di crescere, enologicamente ed umanamente parlando. Quello che sono io oggi, lo devo a tutte queste figure nominate fin qui (e ai miei affetti più cari): i miei genitori, Giulio, Paolo, le persone che lottano con me ogni giorno per fare dei miei vini un Sangiovese da ricordare, serio, di territorio. E alla mia caparbietà. Ho scelto di seguire la strada tracciata da mio padre: in vigna Sangiovese, Canaiolo e Mammolo, poco rame e zolfo solo veramente necessario, niente di meccanizzato, nessun diserbante: non voglio nemmeno sapere come sono fatti. In cantina, massimo rispetto per i miei grappoli e lavorazione tradizionale, a cui si aggiunge la mano e la cura dell’uomo. In questo caso, di una donna: io; Chiara Barioffi.

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