La Storia: Tagliente, salato, austero, raffinatissimo. È il sangiovese di Modigliana –per 6 secoli capitale di quella che fu la cosiddetta Romagna Toscana, un angolo di Appennino governato dai Medici e ancora in provincia di Firenze dopo l’unità d’Italia– qui vinificato territorio per territorio per raccontare con pre- cisione le sfumature di ogni diversa valle. Le uve sono infatti selezionate nelle tre valli che salgono da Modigliana (Ibola, Tramazzo ed Acerreta) e vinificate con i canoni artigianali più puri. È un progetto culturale che racconta nei dettagli, 40 anni dopo la incredibile avventura dei Ronchi di Castelluccio, la straordinaria vocazione del più interessante tra i territori alti dell’Appennino tosco romagnolo. Il progetto di Mutiliana è di Giorgio Melandri, critico e giornalista che per primo ha capito e valorizzato questo territorio, che seleziona le uve più interessanti grazie una conoscenza territoriale che non ha paragoni. Ibola:È la valle più chiusa, quella dove le uve maturano tardi, anche alla fine di ottobre. I suoli dell’Ibola sono di marne purissime e il sangiovese si esprime su un registro austero ed elegantissimo, con una bocca salata e tagliente e tannini rarefatti. Il naso ha profumi floreali, la viola su tutti, e un accenno terroso che anticipa la grande mineralità della bocca. Tramazzo: Nei terreni di marne e le arenarie c’è una piccola presenza di argille, ma la quota elevata delle vigne regala al sangiovese una grande finezza. Il naso è balsamico –elicriso, origano, salvia delicatissima– e la bocca delicata e profonda. Un vino sottile che in bocca trova energia e complessità. Finale di tannini serici e perfetto equilibrio. Acerreta: È la valle con i suoli più ricchi, con una quota di argille che porta il sangiovese ad esprimere una trama tannica serrata e fitta. I vini sono fruttati, con il richiamo alla melagrana a firmare il naso del sangiovese. La bocca è materica e piena, carnosa e verticale. Un vino di carattere, che esprime il frutto con nitidezza e lascia alla sapidità un semplice ruolo nella complessità di un finale che ripropone la melagrana e una raffinata nota verde che si esprimerà negli anni sulla mineralità. ECCE DRACO è un pinot nero sottile ed elegante, ottenuto da uve coltivate in alto, a 700 metri slm, in mezzo ai boschi fitti dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Qui il pinot nero parla la lingua nuova delle marne e delle arenarie che caratterizzano i suoli, esprimendosi su un naso austero e profondo che poco concede alle dolcezze del frutto e su una bocca che ha fatto di certe durezze un’occasione di carattere e finezza. Un vino che chiede aria e tempo, classico e freschissimo. Il pinot nero ha trovato nei territori alti dell’Appennino un carattere uionico e leespressioni italiane più interessanti e complesse.

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