«Dalla passione per la storia e l’archeologia nasce il desiderio di produrre vino ispirandomi oltre che alle moderne conoscenze enolo- giche, a molte delle tecniche di vinificazione presenti nell’antica tradizione toscana. I terreni sono così composti: argillo-sabbioso pleisto- cenico e alberese. In vigna ogni pianta produce al massimo 900 grammi di uva e le viti sono tenute assieme con il metodo dell’alberello, cordone speronato basso o guyot per le viti vecchie. Per un ettaro, la resa media complessiva non supera i 60 quintali. I ranghi del vitigno sono zappati a mano e le piante sono trattate con poltiglia bordolese. La vinificazione viene fatta utilizzando gli stessi metodi tradizionali usati in passato in gran parte della Toscana. Per questo motivo, all’interno delle cantine, le moderne tecnologie sono quasi del tutto ban- dite e i materiali usati sono uguali a quelli che venivano adoperati cinquanta o cento anni fa. La fermentazione del mosto si svolge in tini troncoconici aperti o in botti italiane di rovere di Slavonia».

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