«Ciao Italo, come promesso ti invio due righe (in alternativa al vino!) per raccontarti in breve la bizzarra annata 2016, un’annata in cui rimettevamo grandi speranze per cancellare il disastroso 2015, quello della tromba d’aria e della grandine/arancia che ha distrutto la quasi totalità del raccolto e danneggiato seriamente anche tante piante, soprattutto di cannonau e girò, tanto da doverne eliminare del tutto diverse e capitozzarne tante altre. Con questi presupposti era facile avere un’annata almeno migliore! La maggior parte delle piante hanno risposto bene ai traumi producendo un buon legno e anche una relativa buona fruttificazione; hanno chiesto un po’ più di attenzioni ma in linea con la nostra voglia di donargliene. La stagione invernale è stata avara di piogge e di freddo, enfatizzando così le difficoltà del cannonau, come detto già sofferente, tendenzialmente predisposto di suo alla cascola e colatura… A marzo c’è stata una prima pioggia ristoratrice, poi caldo, caldo, caldo, poi vento, vento, vento, vento caldo… pareva volesse darci il colpo di grazia, con uve estremamente sofferenti, fino a bloccare ogni funzione vitale… poi, però, la vera grazia! una seconda pioggia di salvezza a metà settembre ha magicamente cambiato il tutto; quei fantasmi sono diventati angeli neri e angeli d’oro, grappoli di grande qualità. Anche in cantina qualche attenzione in più, ma, se vogliamo, anche perché ancora incuriositi e meravigliati della magia. Per non creare troppa confusione e capire meglio la risposta di ciascuna parcella al groviglio di intesi eventi in un così breve periodo, ho scelto, in maniera anomala rispetto al mio fare solito, di vinificarne le uve distintamente… qualcuna rimarrà distinta, di altre farò dei blend… certamente forse!».

   

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