Il Domaine Joseph Voillot nacque a fine Ottocento, e dal 1995 è gestito da Jean-Pierre Charlot, ex courtier e professore di enologia al Lycée Viticole di Beaune e genero di Joseph Voillot. I vigneti si trovano nei comuni di Volnay, Pommard, Meursault e Beaune. Jean-Pierre è essenziale e poco interventista in vinificazione. I suo vini, di impianto classico, manifestano una raffinata personalità aromatica; tersi, lasciano trasparire i terroir rispettivi con estrema naturalezza. Una costante, la decisa intelaiatura tannico-acida, appoggiata su polpa adeguata e piena. Vini rigorosi, ma gioviali e ricchi di succo. “Jean-Pierre Charlot, il genero di Joseph Voillot, produce una serie di pressoché esemplari Volnay e Pommard da circa 10 ha di vigne. Nelle annate favorevoli, i suoi Volnay Fremiets e Champans, i Pommard Pézerolles e Rugiens (quest’ultimo deliziosamente ricco nelle buone annate) se la battono ad armi pari con vini di Domaine ben più noti.” – R. Norman, The Great Domaines of Burgundy. “A partire dal 1995, la conduzione aziendale è nelle mani del genero Jean-Pierre Charlot […]. Jean-Pierre ha il polso fermo sul timone aziendale (e credeteci, non è il caso di sperimentare quanto fermo sia il suo polso a braccio di ferro), un talento ed una sensibilità eccezionali, per tacere del suo lato umano, che in tutta franchezza è stato per noi uno dei collanti principali che – ben più dei pur meravigliosi vini – ci ha tenuti in questi anni avvinti alla Borgogna.” – Armando Castagno, “Volnay, eterne architetture”, Bibenda 37, giugno 2011. “L’uomo è rispettato, nel paese di Volnay, certo, ma anche in tutta la Côte. Per la sua franchezza, prima di tutto. Non manca mai di segnalare un giovane che “ha iniziato”, o un vigneron sconosciuto che ha fatto progressi. Per lui, difendere una certa idea della Borgogna è altrettanto importante che (far) parlare della sua azienda. Rispettato, lo è anche per i suoi vini, e dai migliori tra i suoi pari. Vini carnali, liberi, con colori rubino, insiemi luminosi e ricchi di tutti gli elementi che servono per invecchiare con grazia. Le bottiglie che propone sposano una filosofia della vita piuttosto semplice: il vino è fatto per essere bevuto, in famiglia o con gli amici. Questo è il piacere che cerca di offrire, con vini accessibili, digesti, che si danno senza manierismi. E tanto peggio per quelli che cercano colori scuri, profumi troppo maturi o tannini sovraestratti per essere emozionati… Qui, non trovate materia eccessiva, solo tantissimo lavoro in vigna, e ‘una volta in cantina, è tutto finito’, come ama ripetere. […] L’affetto che porta ai vini delle “piccole annate” – talvolta condannati ancor prima di esser finiti – rivela l’attrazione per questa fluidità profumata così particolare di cui è capace il “nero”. Questa magia che persiste anche quando la materia è evanescente…[…]. Dietro a quel suo aspetto da boscaiolo brontolone, è un po’ di amicizia quella che ci versa insieme al suo vino. Meglio per noi. Approfittiamone. Sia dell’uomo sia dei suoi vini.” – Frank Sauvey, “Jean-Pierre Charlot l’hédoniste”, Le Rouge et le Blanc n° 91, inverno 2008-2009

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